11.09.2005

opere del passato e di ieri


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NAPOLI E' ANCHE QUESTO!

leggete l'articolo di Stella Cervasio :


MEZZO SECOLO DI ARCHITETTURA alle nostre spalle non è tutto da buttare.Forse il gusto non è lo strumento giusto per stabilire se un edificio vale o no. Tocca agli storici stabilirlo e correre ai ripari. Per provare che non furono solo casermoni e cemento armato senza costrutto, la Darc di Roma, la Direzione generale per le arti e l'architettura contemporanee del ministero per i Beni e le attività culturali, ha promosso una ricerca capillare sul territorio, che è stata curata dagli storici dell'architettura Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo, non nuovi al lavoro in tandem sui temi chiave dell'urbanistica. I palazzi, le sedi di università, le stazioni ferroviarie e, perché no, anche le case popolari, che potranno entrare nei manuali di studio dell'università e nella memoria collettiva perché per stile e per storia della progettualità hanno qualcosa da raccontare, si trovano ora in un elenco di 'eccellenza'.
Due gli scopi della ricerca: far conoscere le 'Architetture dal 1945 a oggi a Napoli e in provincia'- questo il titolo dello studio- ma anche tutelarle per evitare che vengano alterate o distrutte perché nessuna legge nel frattempo le protegge. Prendiamo le Vele di Secondigliano: alcuni edifici che componevano il quartiere sono stati abbattuti, come simbolo di una situazione abitativa degradata e culla dell'illegalità. Eppure ora gli storici puntano il dito su quei palazzi che nel progetto ricordavano accurati studi proprio sulla vivibilità condotti in Costa Azzurra. Non è giusto demolire, val la pena di salvare è il rivoluzionario (in qualche modo) pensiero di questo lavoro. La ricerca è durata tre anni: sono state rintracciate e identificate, elencate e schedate circa 200 architetture costruite dal ?45 a oggi, dai primi quartieri della ricostruzione post bellica, che hanno visto all'opera le migliori professionalità del tempo, alle più recenti opere pubbliche progettate da architetti internazionali. Quaranta di queste sono il top del top, e sono entrate in un elenco di eccellenza, candidandosi a divenire prima delle altre oggetto di vincolo. «A nostro giudizio- dicono i curatori- posseggono in modo paradigmatico i caratteri dell'architettura di questo periodo in quest'area geografica che abbiamo preso in considerazione».
Il lavoro è on line, tra qualche giorno potrà essere visto in ogni sua fase in Internet. Oggi la ricerca viene presentata alle 17 nella sala conferenze del Pan (via dei Mille). Gravagnuolo parlerà della Ricostruzione e dei valori di continuità e sperimentazione, Belfiore relazionerà sul post-moderno, dal ?58 al 2000; insieme poi spiegheranno i criteri adottati per la selezione delle opere, mentre Renato Piccirillo e Dolores Morelli, che hanno collaborato ai rilievi, parleranno degli altri momenti della ricerca. Parteciperanno alla presentazione Pio Baldi e Margherita Guccione della Darc, Enrico Guglielmo, Ugo Carughi, Rachele Furfaro e Antonella Basilico. Cinquant'anni di edilizia di qualità saranno raccolti in una banca dati che usa un'architettura software basata su Web Intranet con i dati archiviati in un database Microsoft Access: la sigla provvisoria per consultarli è . Entrano nell'inventario vari progetti di Luigi Cosenza, come Villa Ferri a Posillipo, Casa Cernia ad Anacapri, il quartiere sperimentale di Torre Ranieri, il Circolo della stampa, la Facoltà di Teologia di Capodimonte di Izzo, la Centrale di sollevamento Aman di Pagliara che si trova allo Scudillo, il Padiglione dell'America latina della Mostra d'Oltremare di Capobianco, Sbriziolo e Marsiglia, la Facoltà di Ingegneria sempre di Cosenza e altri, con le decorazioni di Ricci e Spinosa; e ancora le Vele di Secondigliano di Di Salvo (le cinque sopravvissute agli abbattimenti da parte del Comune), il Nuovo Palazzo di Giustizia di Capobianco, Pica Ciamarra, Beguinot e altri, la sede dell'Olivetti al Centro direzionale di Renzo Piano, la torre dell'Iacp di Ponticelli di Riccardo Dalisi, l'Istituto motori di Pica Ciamarra a Fuorigrotta, il Centro ricerche Montedison Enea e Camper di Gregotti che si trova invece a Portici. A sorpresa per molti, ma non per gli studiosi e gli architetti, in periferia sono numerose le presenze di qualità: il municipio di Acerra progettato da Capobianco, la classica fabbrica Olivetti a Pozzuoli di Cosenza e Porcinai, ma ancora più sorprendentemente le residenze a corte di Purini e Costantino Dardi. Le eleganti Terme della regina Isabella con l'hotel a Lacco Ameno, una villa di Morassutti a Massa Lubrense. Da oggi la soprintendenza, che è stata il riferimento locale della ricerca, avrà in mano uno strumento per la tutela in più per evitare quello che è accaduto negli anni Ottanta quando, raccontano i curatori della ricerca Belfiore e Gravagnuolo, «le serre di Carlo Cocchia nella Mostra d'Oltremare furono abbattute perché scambiate per un rudere in cemento armato da un funzionario di prefettura alla ricerca di suoli per container». Perdute per sempre le storiche serre, a causa di un equivoco. Ora ci sono gli strumenti per evitare scempi.


Napoli - Parte un corso di Architettura bioecologica



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